Non ci sono più personaggi perché nessuno
agisce più come tale, nessuno ha
un proprio copione. L’unico personaggio, è
banale dirlo, è il potere. Se ne subisce
il clima.
Niente. Non c’è niente da raccontare. Non si
racconta piú. Lo stato procede,
si ferma, si corregge secondo la crisi che gli
è stata assegnata dall’industria. La
crisi delle istituzioni è crisi delle
sovrastrutture e delle produzioni. Non c’è
proprio niente da raccontare. Non c`è piú
Madame Bovary. Ci sono le categorie
sessuali, i prodotti farmaceutici, letterari,
cinematografici, dietetici, comportamentali.
obbligativi. Si potrebbe raccontare come mille
mogli tradiscono
tutti insieme, sopra la stessa biancheria, i
loro mariti appesantiti dal lavoro e dall’ingenuità?
I giocatori, i ribelli, gli assassini, i
pescatori, i ricchi, gli avari, gli
incapaci, sono ormai a milioni, tutti uguali
nel mondo.
La luna… la luna muta e tradisce, indaga e
serve le correnti di tutti, amplia, soffice
ed organizzata, capace ed attiva come una
finanziaria di Zurigo o uno staff
harvardiano di consulenti. La luna fila
rapida, gemente satellite della memoria
ormai arresa; scorre la graduata traiettoria
della sua complicità. A quest’ora
schizza di telefonate intercontinentali,
seleziona e ribalta i nastri delle telescriventi,
rimescola perfino il ghiaccio nei bicchieri,
imputa e conferma i pensieri e anche li compone
su pellicole dotate della selettività delle
immagini e
delle
memorie… il plenilunio glorioso ruota il suo disco monetario."
(Paolo Volponi, Le mosche del
capitale, Einaudi, Torino 1989)